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Oggi ho letto una storia raccontata dal Dr. Sergio Pinski su Twitter.
L’ho trovata cosi interessante e significativa da volerla condividere qui.
Il Dr. Pinski racconta:
“Una storia di Brugada. O la legge delle conseguenze impreviste. Un Unomo di 40 anni, di etnia afro-caraibica, operaio, nel 2002 ricevette un impianto di ICD con due elettrocateteri a causa di un marcato pattern di Brugada all’ECG. Il soggetto era asintomatico e privo di familiarità per morte improvvisa.
Nel 2004 , subì ripetuti shocks del defibrillatore, causati dalla rottura di uno dei due elettrocateteri. La vena succlavia sinistra venne chiusa. Gli venne quindi posizionato un secondo nuovo elettrocatetere.
Nel 2009, anche il secondo elettrocatetere si fratturò. Ciò causò all’uomo 48 ripetuti shocks del defibrillatore. L’ICD venne quindi spento.
Come conseguenza, il paziente sviluppò un consistente disordine da stress post traumatico.
Poco dopo l’accaduto, venne da me, parecchio angosciato.
Voleva l’espianto di tutto.
Il pattern ECG era dinamico. Portò in visione ECG del 2009 e Radiografia del torace:
Pensai, che un espianto comportava un po di rischi, almeno in mia gestione. Cosi gli raccomandai una seconda opinione da uno dei “guru” di estrazione elettrocateteri. Il Paziente rifiutò, e scelse di continuare a tenersi il dispositivo spento.
Venne seguito clinicamente da me per un pò di anni. ci volle molto tempo prima che guarisse del tutto dal suo grave stress post-traumatico. Ora ha 54 anni, asintomatico ed in ottima salute. Elettrocateteri e dispositivo oramai esaurito ancora dentro. Questo è il suo attuale ECG:
Temo che la descrizione della sindrome di Brugada, abbia provocato un danno netto all’umanità, soprattutto al di fuori del sud-est asiatico.”
Oggi, l’unico gold standard per la diagnosi di Sindrome di Brugada, è avere un ecg tipico e documentati sintomi tipici. In alcuni dei rari casi di “vera” Sindrome di Brugada, l’esordio della malattia può essere l’evento fatale.
Equiparare però un ECG ad una Sindrome, oltre ad essere semanticamente scorretto, sta portando purtroppo conseguenze deleterie, poichè ogni soggetto portatore di un pattern ECG di Tipo 1 è considerato a rischio di arresto cardiaco, sia in presenza, che in assenza sintomi.
La vera sfida, oggi, è riuscire ad individuare con certezza coloro i quali, tra i soggetti asintomatici portatori di un ecg caratteristico, sono a reale rischio, evitando di sottoporre a procedure diagnostiche e terapeutiche, invasive e rischiose, la maggioranza di coloro i quali si ritrovano ad avere semplicemente “un ecg un pò particolaree”!!! [1][2]
A ciascuno le proprie riflessioni…
Bibliografia
Bortolo martini
Non solo scienza ma molti soldi governano la medicina